• ISCRIZIONE
    • Il Valsugana Rugby Padova ha in convenzione con il Comune di Padova la gestione degli impianti sportivi di Altichiero, attualmente costituiti da due campi da rugby regolamentari e un campo di minori dimensioni, tutti in manto erboso e tutti illuminati.

      Le infrastrutture che servono i campi da gioco si sviluppano lungo due edifici e comprendono otto spogliatoi, cinque magazzini, una palestra attrezzata, un ambulatorio medico, due segreterie, un ufficio, una sala riunioni, un’ampia club house con bar e cucina, una grill area esterna. Gli impianti restano aperti tutto l’anno e, durante la stagione sportiva, sono utilizzati sette giorni su sette, grazie all’impegno dei nostri volontari, che ne garantiscono il funzionamento e la manutenzione.

      Vi si accede da via Querini, che conduce a un comodo parcheggio illuminato, riservato al rugby e incluso nell’area di nostra esclusiva pertinenza.

  • DOVE SIAMO
  • Woman in Rugby
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Percorso formativo per genitori, allenatori e atleti

VALSUGANA RUGBY, IN COLLABORAZIONE CON MINOTAURO, ISTITUTO DI ANALISI DEI CODICI AFFETTIVI, PROPONE UN PERCORSO ORGANICO DI CRESCITA, FORMAZIONE E CONDIVISIONE, ATTRAVERSO L’ORGANIZZAZIONE DI PIÙ INCONTRI, DEDICATI A GENITORI, ALLENATORI E GIOCATORI DEL SETTORE GIOVANILE.

INCONTRI GENITORI

GIOVEDÌ 28 APRILE ORE 20:30

“DIVENTARE GRANDI: GENITORI ALLE PRESE CON LA CRESCITA”

GIOVEDÌ 13 MAGGIO ORE 20:30

“ADOLESCENTI OGGI: COSTRUIRE IL FUTURO TRA DIFFICOLTÀ E RISORSE”

INCONTRI FORMAZIONE TECNICI

LUNEDÌ 2 MAGGIO ORE 19:00

“LE COMPETENZE E LE RISORSE DA ALLENARE NELLE SOCIETÀ DEL FUTURO”

LUNEDÌ 9 MAGGIO ORE 19:00

“IL RUOLO DEGLI ADULTI A SOSTEGNO DEI COMPITI EVOLUTIVI IN ADOLESCENZA”

INCONTRI ATLETI U15

lunedì 2 maggio ore 17:30

lunedì 16 maggio ore 17:30

lunedì 23 maggio ore 17:30

INCONTRI ATLETI U17/U19

lunedì 2 maggio ore 18:00

lunedì 16 maggio ore 18:00

lunedì 23 maggio ore 18:00

Negli ultimi decenni i processi di cambiamento, generati da molteplici eventi come la globalizzazione, le società fluide, la rivoluzione digitale e tecnologica, etc., hanno assunto velocità difficilmente sostenibili dalle istituzioni sociali e comunitarie, incapaci di modificarsi altrettanto velocemente per rispondere ai nuovi bisogni e alle nuove emergenze che riguardano ragazzi e ragazze in età di sviluppo.

La grande complessità che caratterizza oggi tutti i contesti di vita umani, comporta nei giovani la sensazione che non sia previsto per loro uno spazio, un ruolo, un modo attraverso cui entrar a far parte della Comunità.

Infatti, nonostante occorra interrogarsi sulle possibili derive riduzionistiche, che si rischiano assimilando l’individuo alle sue prestazioni, bisogna considerare che l’identità individuale adulta (come un individuo si percepisce e si definisce) risulta oggi strettamente connessa con la capacità di fare e di agire nei contesti di vita.

Esiste dunque nei giovani la convinzione (indotta spesso dagli adulti) che per conquistare il proprio posto nel mondo, non previsto di diritto, sia necessario raggiungere livelli di competenza e performance superiori alla media degli “altri normali”. Il timore di ogni ragazzo è, però, di non possedere le risorse sufficienti per riuscire in questo arduo compito. La sfiducia che pervade le vite di molti ragazzi è direttamente proporzionale al sentimento di disvalore assoluto, al convincimento di non possedere alcuna qualità o competenza.

In connessione a ciò, le principali agenzie sociali deputate al supporto nella crescita dei giovani (famiglia, scuola, sistema sanitario, centri e associazioni sportive, vari ambienti educativi) faticano nel trovare, di fronte a queste nuove situazioni di difficoltà evolutiva, la più opportuna espressione del ruolo di Adulto nei confronti dei giovani.

Entro tale scenario, infatti, ogni attore coinvolto nella sf ida educativa vive un’esperienza di disorientamento, aggravata dalle nuove manifestazioni di disagio dei giovani, le quali sempre più spesso appaiono svincolate dalla patologia tradizionale per divenire l’espressione delle difficoltà fisiologiche attraversate nel processo del “divenire adulti” (ritiro scolastico e sociale, bullismo e cyberbullismo, utilizzo di sostanze , autolesionismo e attacchi al corpo, disturbi del comportamento e dell’alimentazione, difficoltà nell’apprendimento, etc).

Risulta quindi necessario interrogarsi sul proprio ruolo di Adulti, e in cosa consiste oggi la funzione di “accompagnare” nella crescita i giovani, a loro volta, verso lo status di adulti. Attraverso la promozione del ragionamento, dell’elaborazione delle esperienze, dell’acquisizione di consapevolezza di sé stessi, della

capacità di collaborazione con i coetanei e con gli adulti, si può qualificare l’esperienza di crescita dei ragazzi nei contesti che essi scelgono come spazi entro cui diventare grandi.

La dimensione necessaria per la crescita dei ragazzi è quindi la RELAZIONE: affiancati da adulti che sanno (o meglio, sono disposti a) navigare verso l’ignoto, è possibile per loro imparare a condurre la propria imbarcazione. In generale, la buona riuscita della crescita dei giovani dipende dalla presenza di adulti competenti, che accompagnino nella complessità e che sostengano la continua donazione di senso, dell’esperienza vissuta e delle difficoltà che si incontrano.

Di fronte a questa condizione di affanno dei ruoli istituzionali e di crisi del mandato educativo, il compito che la comunità sociale è chiamata ad assumere è di rendere sé stessa Comunità Educante: passando dalla frammentazione delle unità sociali (famiglia, scuola, servizi territoriali) a una matrice intrinsecamente unita e in grado di assumersi la responsabilità della crescita degli Adulti Competenti di domani, promuovendo i temi della complessità, del processo e delle competenze. Per questi motivi, la proposta di intervento si rivolge a diversi interlocutori, nei ruoli di giovani in crescita (gli atleti) e di adulti significativi (genitori, allenatori e tecnici), per accompagnarli nelle sfide (sportive e non) che incontrano durante il loro percorso di vita condivisa.

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