• ISCRIZIONE
    • Il Valsugana Rugby Padova ha in convenzione con il Comune di Padova la gestione degli impianti sportivi di Altichiero, attualmente costituiti da due campi da rugby regolamentari e un campo di minori dimensioni, tutti in manto erboso e tutti illuminati.

      Le infrastrutture che servono i campi da gioco si sviluppano lungo due edifici e comprendono otto spogliatoi, cinque magazzini, una palestra attrezzata, un ambulatorio medico, due segreterie, un ufficio, una sala riunioni, un’ampia club house con bar e cucina, una grill area esterna. Gli impianti restano aperti tutto l’anno e, durante la stagione sportiva, sono utilizzati sette giorni su sette, grazie all’impegno dei nostri volontari, che ne garantiscono il funzionamento e la manutenzione.

      Vi si accede da via Querini, che conduce a un comodo parcheggio illuminato, riservato al rugby e incluso nell’area di nostra esclusiva pertinenza.

  • DOVE SIAMO
  • Woman in Rugby
fotoPRESIDENTE

A Padova ha perso lo sport

 

Apprendo con immenso rammarico che la partita Italia-Sudafrica non verrà disputata a Padova. Già i quotidiani hanno ampiamente chiarito e pubblicato le situazioni che hanno portato alla candidatura della nostra città ad accogliere un evento di portata eccezionale: la nazionale italiana di rugby contro i campioni del mondo in carica. Come pure abbiamo letto come tale evento ci sia sfuggito.

Non posso credere che l’evento ci sia scappato per l’impossibilità di spostare una partita di calcio, oppure di invertire le date, oppure…
Permettetemi alcune considerazioni: Il gioco del rugby è patrimonio della nostra città; non inferiore al gioco del calcio, della pallavolo, del basket, e altri sport che hanno portato e continuano a portare lustro e immagine a Padova (il calcio Padova di Rocco, il Petrarca Rugby di Geremia, alcuni esempi).

Il lavoro svolto negli anni a far crescere la cultura sportiva fra i giovani viene vanificato in un colpo solo. Da un’assoluta chiusura verso la città di Padova, verso gli stessi cittadini che vanno a vedere il calcio Padova ma che assaporano anche il piacere di gustarsi uno spettacolo unico.

Penso all’anno scorso alla settimana precedente al match Italia-Australia, alla possibilità che i ragazzi, ma non solo, hanno avuto di godersi gli allenamenti dei propri “idoli” nei vari campi da rugby della città. Rivedo l’Euganeo ricolmo di tifosi, più o meno a conoscenza del gioco del rugby, felici di approcciarsi, qualcuno, ad uno sport nuovo; altri, molti, di poter vedere da vicino i giocatori, soprattutto quelli nati e cresciuti nella città di Padova (1/3 della squadra, e scusate se è poco).

Come cittadino monta la rabbia perché uno stadio, che è patrimonio della città e dei cittadini, non può accogliere un evento di tale portata, e scusatemi se pecco di presunzione ma credo che nei limiti della voglia di essere compartecipi alla vita della città, la partita di calcio poteva essere spostata. Anzi dico di più! Credo che tutta la città doveva tifare perché il Comune di Padova riuscisse a portare a casa la partita.

Ma tant’è, la frammentazione sportiva, la cura dell’orticello personale, a volte ci fa perdere di vista il pensiero verso la condivisione. La condivisione di uno stadio, di un evento, di una partita (perché non invitare i tifosi della partita di rugby, magari con un biglietto particolare, ad assistere a Padova-Empoli in altra data e segnare così un sodalizio nei cittadini verso lo sport padovano – credo che i cittadini non si sarebbero dimenticati della disponibilità del calcio Padova); la condivisione degli interessi di una città. Scopriremmo che tutti ne guadagneremmo.

Da presidente di una società padovana di rugby, che conta circa 400 tesserati, e prima ancora da giocatore (di calcio e di rugby), ma soprattutto da persona che ama lo sport sotto tutte le sfaccettature, un laconico commento: a Padova perde lo sport. Proviamo a volte ad anteporre alle questioni personali il pensiero generale.

Un evento sportivo di tali dimensioni genera gioia e delusione per il risultato, genera commenti positivi e negativi fra gli addetti ai lavori, ma soprattutto genera coinvolgimento, è volano di emozioni. Permette a molti di scoprire il gioco del rugby ad alto livello (come lo è per il meeting di atletica leggera, o come sono stati i mondiali di pallavolo U20 a Bassano del Grappa), magari riuscendo ad avvicinare qualche ragazzo al mondo della pallaovale. Questo il rammarico!

Ma non ci scoraggiamo consapevoli che l’entusiasmo che accompagna il gioco del rugby a Padova, genera un tourbillon motivazionale che raggiunge le famiglie e che porta ai campi di gioco centinaia di giovani. Non vedremo a Padova il Sudafrica contro la Nazionale italiana, andremo a vederlo a Udine (probabile sede della partita), coscienti comunque che il lavoro che facciamo quotidianamente con i nostri-vostri ragazzi è bene prezioso della collettività e della Città.

Fabio Beraldin
Presidente ASD Valsugana Rugby Padova

 

LEGGI ANCHE..

X